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                E' noto con il termine "premesse". In esso vengono 
                sinteticamente elencati i motivi di diritto e quelli di fatto 
                per cui quel determinato atto viene emesso.Bisogna precisare che, nella 
                strutturazione dell'atto, preambolo e motivazione sono 
                strettamente uniti e, nel loro insieme, ne costituiscono la 
                premessa.
 Gli 
                elementi di diritto sono: norme giuridiche, circolari, 
                giurisprudenza e dottrina legate alla materia dell'atto.
 Inoltre il preambolo contiene il richiamo alle fasi 
                significative del procedimento amministrativo che ha dato 
                origine all'atto.
 Gli elementi di fatto sono: situazioni, fatti, circostanze, 
                comportamenti, atti e documenti (per esempio: istanze, proposte, 
                pareri, certificati, attestati, accertamenti, verifiche e 
                controlli svolti).
 Nell’indicazione di tali motivi bisogna essere il più semplici e 
                schematici possibile.
 Non è necessario ricostruire tutto l’excursus legislativo per 
                motivare l’assunzione del provvedimento, basterà citare solo le 
                disposizioni strettamente necessarie oltre che fornire 
                indicazioni necessarie quali per esempio la Delibera o la 
                Decisione con la quale è stata attribuita la competenza o la 
                delega ad assumere la Decisione.
 Schematicamente quindi il preambolo consiste nelle frasi "Visto 
                l'articolo x della legge y, (o altro tipo di disposizione 
                legislativa) e "Preso atto che (indicazione del fatto che si 
                ritiene rientrare nella fattispecie prevista dalla norma appena 
                richiamata e per il quale si è ritenuto necessario emanare 
                l'atto)", "Considerato che  (in sostanza la semplicissima 
                indicazione che il fatto concreto rientra nella norma di legge, 
                in base alle risultanze dell'attività istruttoria, cui si dovrà 
                accennare, sia pure per sommi capi)".
 In sostanza, nel preambolo (e cioè nelle premesse) viene esposta 
                la motivazione dell'atto, cioè l'indicazione del complesso dei 
                motivi per cui l'atto medesimo viene posto in essere.
 Secondo la dottrina, la motivazione è senz'altro necessaria nel 
                caso di provvedimenti amministrativi discrezionali, perché sta 
                ad indicare la giustezza dei motivi all'interno della sfera 
                giuridica dell'Amministrazione e, quindi, la stessa legittimità 
                dell'atto. Ma oggi è altrettanto necessaria anche nel caso di 
                provvedimenti vincolati in quanto la legge 241/1990 ne ha 
                imposto l'obbligo generalizzato. Infatti, attualmente la sua 
                mancanza anche all’interno di un atto vincolato potrebbe essere 
                ritenuta causa di invalidità dell'atto per eccesso di potere.
 Di conseguenza, si raccomanda che in ogni provvedimento, di 
                qualsiasi genere esso sia, le ragioni dell'atto siano sempre 
                motivate, tanto per rendere l'atto medesimo immune da vizi 
                quanto per tutelare la responsabilità del funzionario che lo 
                emana.
 Nel preambolo vanno altresì riportate indicazioni sui pareri 
                obbligatori o facoltativi ed infine le attestazioni sul costo 
                che vanno poi obbligatoriamente riportate nel dispositivo.
 
 
        
       Ultimo aggiornamento:
11 gennaio 2007 |